L'INTERVISTA AD AMICO OROLOGIAIO


Noi di Memex abbiamo avuto l’opportunità, questa volta, di intervistare Cesare Palmisano, alias Amico Orologiaio.
Siamo partiti come di consueto con il wristwatch check: Cesare indossava al polso sinistro il suo Seiko Pogue(quadrante oro e ghiera pepsi) mentre al polso destro l’orologio che lui stesso ha riassemblato a partire da un Rolex falso. Saverio portava il suo Rolex Datejust 36mm, Mauro il suo Citizen Eco Drive e io un Leonidas vintage, appartenuto al mio bisnonno.


CI PUÒ PARLARE DI LEI E DELLA SUA PROFESSIONE?
Allora, io nasco come orologiaio: all’età di quindici anni ho cominciato ad andare in bottega come si faceva una volta. Finite le medie in pratica i genitori ti chiedevano: “Cosa vuoi fare da grande?”- e siccome io non sono mai stato uno molto volenteroso nello studio, ho deciso di andare a lavorare. La mia famiglia non ha mai fatto questo tipo di mestiere quindi io sono il primo orologiaio: mia madre era una casalinga e mio padre un avvocato. Ho fatto anche un paio di anni di scuola alla Cesare Correnti a Milano - dove c’era il ramo di orologeria -  ma preferivo bigiare per andare a riparare gli orologi in bottega. Nella mia vita poi in realtà  ho fatto un po’ di tutto pur comunque non abbandonando mai questa passione. La mia famiglia per un certo periodo, per esempio, ha avuto un’attività di ristorazione: io li aiutavo e a tempo perso continuavo a riparare gli orologi. La gente che veniva a mangiare scopriva questo mio interesse  e magari mi portava i propri orologi quindi io al pomeriggio andavo in laboratorio e mi mettevo a ripararli. Negli anni ‘90 ho aperto un laboratorio mio  in quel di Borgomanero però poi per problemi economici l’ho dovuto chiudere. In seguito, ne ho avuto uno a Rescaldina per un paio d’anni ma l’attentato alle Torri Gemelle del 2001, cui è seguita una brutta crisi che ha affondato parecchie aziende, ha costretto a chiudere anche me che ero abbastanza fresco e non avevo le spalle coperte. Poi da lì sono andato a fare altre cose  ma sempre affiancando l’orologeria al lavoro principale. Adesso, dopo 7 anni in un’azienda in cui facevo l’elettricista, ho dovuto lasciare il lavoro per dei grossi problemi di salute ma ho smesso di riparare orologi solo per il mese che sono stato in ospedale a causa dell’intervento: per il resto non ho mai abbandonato. Per il momento sono in cerca di occupazione e per ora mi sono inventato il canale YouTube. L’idea mi è venuta dopo che, sfogliando YouTube, mi sono imbattuto in un video di Marco Bracca: da lì mi si è aperto un mondo perché ho visto altri youtuber e a parte il nonno Gigi, che è stato il primo a portare l’orologeria pratica su internet, come orologiaio non c’era nessuno. Io ho aperto il canale a dicembre del 2019, siamo a maggio e ho 6500 iscritti.

QUAL È STATO IL PRIMO OROLOGIO CHE HA RIPARATO?
Per questo dobbiamo andare indietro nel tempo. Dopo aver fatto il discorsetto con i miei genitori sul lavoro, mi ero buttato su una sveglietta Europa che avevo smontato e che chiaramente non sapevo più come rimontare. Dopo il primo giorno in bottega, l’orologiaio mi aveva già  insegnato i primi rudimenti del mestiere: come si toglie il bilanciere, come smontare la sveglia (perché quando si impara si parte dalle cose più grandi); la sera sono tornato a casa e ho rimontato la sveglia che avevo rotto la settimana prima. Il primo orologio che ho riparato quindi è stata la sveglietta Europa.

SECONDO LEI AL GIORNO D’OGGI VALE ANCORA LA PENA DI IMPARARE IL MESTIERE DELL’ OROLOGIAIO? PERCH֤É?
Allora, questo  mestiere dà sicuramente grosse soddisfazioni ma in Italia la figura dell’orologiaio indipendente sta scomparendo anche a causa delle politiche aziendali che alcune case svizzere stanno adottando e per cui tutti i potenziali orologiai che escono dalle scuole di orologeria tipo il Capac (la scuola di orologeria di Milano) vengono assorbiti dalle grani maisons svizzere o dai centri  assistenza a livello nazionale. Praticamente, è facile andare Grenchen ed entrando in una fabbrica di orologi sentire parlare fluentemente l’italiano. Sono tutti ragazzi usciti dalle nostre scuole che vanno a lavorare là e là gli stipendi sono decisamente buoni, perché in Svizzera si va dai 3000 euro in su. Solo se hai un’azienda di famiglia alle spalle, con un negozio avviato ormai da molti anni, puoi andare avanti con la vendita e la riparazione qui. In questo settore funziona in questo modo, quando calano le vendite si richiede più riparazione e viceversa. C’è ancora margine per poter fare qualcosa ma bisogna avere alle spalle un’attività già avviata oppure mettersi in testa di fare il pendolare, partire il lunedì e tornare venerdì sera.

HA SVILUPPATO LA SUA PASSIONE LAVORANDO OPPURE ERA GIÀ PREESISTENTE?
Ecco, la passione per l’orologeria è nata lavorando, infatti come vi dicevo prima bigiavo la scuola per andare a riparare gli orologi. Io ho sempre avuto un carattere un po’ introverso quindi al posto di andare a giocare a calcio con i miei amici preferivo andare a pescare, per dirne una. Oppure mi chiudevo in camera mia a montare i modellini, ero il classico nerd degli anni ’70. Per cui ,quando è arrivata l’ orologeria, figuratevi: un orologio, sei sul banco, da solo, in silenzio, concentrato su quello che devi fare, ma volete mettere? La scintilla è scattata in un attimo. Sono più espansivo adesso se devo dire la verità.

QUANTI OROLOGI POSSIEDE NELLA SUA COLLEZIONE?
Eh bella domanda, non li ho mai contati. Allora diciamo che dato che me ne hanno rubati circa un 150, dovrei averne in giro altri 150 pezzi più o meno. Cose abbastanza popolari, cioè non ho niente di bello bello, Rolex non ne ho. Forse quello più bello che ho è l’El Primero che mi avete visto qualche vola al polso.

VORREMMO SAPERE, SENZA PARLARE DI DENARO, QUAL È L’OROLOGIO PIÙ COSTOSO DELLA SUA COLLEZIONE
Attualmente direi appunto lo Zenith El Primero di cui parlavamo un attimo fa. Tra l’altro domenica (10 maggio 2020) uscirà la revisione sul canale. È un 3019 phc, il modello che uscì negli anni 70.

PARALLELAMENTE ALLA PASSIONE PER GLI OROLOGI QUALI ALTRE PASSIONI HA?
Oh!  Armi, moto,tiro con l’arco, pesca, mi piacerebbe andare a pescare ancora qualche volta. Più che altro mi sono avvicinato da un paio d’anni al mondo del motociclismo. Le moto mi sono sempre piaciute, in passato ho avuto delle Ducati, andavo in giro per motoraduni. Ultimamente ho preso una Harley-Davidson con la quale macino  molti chilometri. L’anno scorso ne ho fatti  una cosa come 11 mila. Ho girato un po’ dappertutto, Austria, Francia, Italia, Spagna, Grecia.

COME SI È AVVICINATO AL MONDO DELLA MOTOCICLETTA?
Allora, più o meno nel ’95, quando ho preso la Ducati Monster. Non conoscevo ancora nessuno ma ho cominciato ad andare in giro, frequentare gente. Con alcune persone ho stretto un rapporto di amicizia duratura, alcuni hanno visto crescere mia figlia e io ho visto nascere i loro, insomma siamo in ottimi rapporti. Poi ho abbandonato la motocicletta per una decina di anni e due anni fa ho ricominciato. Questa volta però ho preso un modello “cancello”. Solitamente andiamo ai motoraduni in Valle d’Aosta, in Piemonte oppure abbiamo gli alpeggi, siamo a 150 km da Genova. L’anno scorso per esempio siamo andati a fare la strada della forra sul Lago di Garda.

UN SUO PUNTO FORTE SONO I MERCATINI, PUÒ RACCONTARCI COME HA INIZIATO?
Ai mercatini mi ha fatto avvicinare un mio carissimo amico, il professor Riccardo Brigatti, che avete visto in qualche mio video. Quel signore lì, quando aprii il laboratorio a Borgomanero - quindi intorno al ’98 - si presentò in negozio e mi portò qualche orologino da riparare. E parlando venne fuori questa storia dei mercatini, allora dissi che avrei voluto andare anche io e lui mi insegnò a fare  affari. Poi siamo diventati grandi amici, ormai ci conosciamo da più di 20 anni.

LEI CHE HA VISSUTO NEL MONDO DELL’OROLOGERIA PER TUTTA LA SUA VITA, COSA PENSA DELLA NUOVA GENERAZIONE DI APPASSIONATI?
Ah bello, qui c’è da fare un bel distinguo. Allora mi fa piacere vedere soprattutto gente giovane che si sta avvicinando al mondo dell’orologeria ma  mi lascia un po’ basito vedere tanti ragazzi giovani che seguono noi youtuber e ci prendono come punto di riferimento. Va da sé che poi con il tempo ogni ragazzo si farà la propria idea. Infatti mi avrete sentito dire più volte di comprare gli orologi che piacciono, anche fossero un Maserati o un Ferrari purché si sia sicuri di indossarli. Poi ci saranno tempo e modo di approfondire il discorso e andare su un Datejust, per esempio, che ha movimento in-house, cassa di manifattura, eccetera. Purtroppo vedo spesso ragazzi che hanno preso un orologio perché ne ha parlato bene lo youtuber tizio, caio o sempronio e lo rivendono dopo 15 giorni perché non è scattata la scintilla. E allora dico, va bene ascoltare lo youtuber ma fino a un certo punto …

SECONDO LEI COME SARÀ IL FUTURO DELL’OROLOGERIA ITALIANA?
Qualcosa sta bollendo in pentola, per sentito dire e anche per dichiarazioni di chi è lì che sta facendo bollire la pentola però, ragazzi, lo sapete che purtroppo in Italia ci scontriamo con la burocrazia e con i costi di produzione. Per cui il progetto c’è ma bisogna poi vedere se è attuabile. Comunque non si parlerà di orologeria alla portata di tutti  ma di manifattura di alto livello. Oltretutto qui in Italia ci scontriamo con la vicinanza della Svizzera.

ULTIMA DOMANDA, LEI COSA PENSA DEI SUOI COLLEGHI YOUTUBER?
Io sono in ottimi rapporti con tutti ma veramente in ottimi rapporti e voglio continuare ad andare avanti così. Ci sentiamo costantemente perché abbiamo la chat, abbiamo i numeri degli altri, non è un mistero. Il tipo di recensione che porto io è molto diverso da quello degli altri  poi il mio canale è molto più improntato sulla tecnica e sul mondo dei mercatini: ecco, un altro dei miei colleghi che ha una buonissima esperienza sui mercatini è Mauro.



ringraziamo infinitamente Cesare per essersi prestato per questa intervista, il team di memex_wa

@mine.globus03
@savery1238
@mauro.marolda

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